Consiglio comunale 23/04/10

martedì 20 aprile 2010

Consiglio comunale il 23 aprile

Il Sindaco ha convocato il consiglio comunale di Pettorano Sul Gizio il giorno 23 aprile alle ore 20,00 per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

1. Approvazione verbale seduta precedente;

2. Nomina commissione elettorale;

3. Legge regionale 19.8.2009, n 16: interventi a sostegno del settore edilizio. Adempimenti ex art. 12. Determinazioni.

4. Aliquota addizionale comunale IRPEF anno 2010. Conferma

5. Determinazione aliquote ICI anno 2010. Conferma.

6. Verifica aree fabbricabili da destinare a residenza e attività produttive e terziarie anno 2010



Comune di Pettorano sul Gizio (AQ) - Consiglio Comunale del 23 aprile 2010

Osservazioni del Gruppo Consiliare “Insieme per la rinascita”
Il presente intervento scritto in riferimento al Punto 3 dell'Ordine del Giorno del Consiglio
Comunale odierno viene consegnato al Presidente del Consiglio Comunale per essere allegato agli
atti.
La Legge Regionale n.16 del 19.08.2009 “Intervento regionale a sostegno del settore
edilizio”, rappresenta il recepimento da parte della Regione Abruzzo della manovra finanziaria del
2008 denominata "Piano nazionale di edilizia abitativa" (art.11 decreto legge 112/2008
convertito nella legge 133/2008) .
Con questo strumento legislativo il Governo Italiano prima e le Regioni poi hanno voluto
dare la possibilità di diversificare il rilancio del settore edilizio in un momento di grave crisi
economica del Paese.
Ciò significa che ogni Regione ha potuto redigere uno specifico testo di legge per il Piano
casa, decidendo se delegare o meno i Comuni all'ulteriore particolarizzazione della norma,
intendendo essi come gli Enti a più diretto contatto con il territorio.
Si sono create quindi posizioni totalmente diverse da una Regione all'altra: l'Abruzzo ha
dato la possibilità ai Comuni di operare delle scelte autonome e strategiche da deliberare con atto
del Consiglio Comunale.
Tale scelta della nostra Regione è ampiamente giustificata dall'esperienza avuta con il
disastroso terremoto di L'Aquila del 6 aprile 2009, quando in maniera violenta e luttuosa si è resa
palese la necessità di riqualificare il territorio ed il patrimonio edilizio esistente privo di valenza
storica e/o architettonica.
Risulta talmente importante e chiaro l'obiettivo che si è prefissato la Regione Abruzzo che il
termine dato ai Comuni per il recepimento della Legge era stabilito dall'art.12 della stessa in 120
giorni dalla entrata in vigore (e quindi con scadenza al 27.12.2009) e poi prorogato con apposito
provvedimento (L.R. n.31 del 18.12.2009 -B.U.R.A. n.12 del 21.12.2009) fino al 30.04.2010.
Non si può quindi accettare un recepimento tout-court della Legge Regionale, come sembra
voler fare l'Amministrazione Berarducci con questa proposta di delibera, soprattutto se si ricorda
che essa si è presentata agli elettori, durante la campagna elettorale appena conclusa, come la
naturale prosecuzione dell'Amministrazione uscente.
Questa Amministrazione nell'agosto 2009, all'entrata in vigore della Legge Regionale
16/2009, si accingeva a proporre una Variante al Piano Regolatore Generale, all'interno della quale,
salvaguardando l'edificato nella Riserva Naturale Genzana-Alto Gizio, nelle “zone A” e nei “nuclei
antichi” del territorio comunale avrebbe potuto e dovuto recepire le indicazioni del dettato
normativo Regionale che in questa sede si esamina, programmando la bonifica e la riqualificazione
edilizia di quelle zone classificabili come prive di valenza storica ed architettonica, procedendo alla
individuazione degli edifici di cui prevedere la demolizione nel rispetto dell'art.6 della Legge.
Tale individuazione avrebbe consentito di prevedere l'acquisizione gratuita al patrimonio
comunale delle aree di sedime dei fabbricati demoliti da destinare a “... verde pubblico attrezzato,
parcheggi o altra opera di urbanizzazione primaria o secondaria ...” (comma 7, dell'art.6 -
L.R.16/2009).
Pur avendo a disposizione elaborati cartografici in forma digitale e tecnici comunali o
convenzionati da poter impiegare per la elaborazione di una proposta di intervento,
l'Amministrazione in circa 240 giorni di tempo (8 mesi) non è stata in grado di produrre nulla a
recepimento del “Piano casa” se non un'inconsistente “Relazione”.
Sarebbe stato opportuno che gli Amministratori avessero avuto contezza che la presenza
della Riserva all'interno del territorio comunale impone scelte serie e concrete che caratterizzino
nella sua totalità il territorio di Pettorano sul Gizio, puntando senza esitazione all'edilizia certificata
per il risparmio energetico ed ai criteri della bioedilizia e dello sviluppo edilizio sostenibile.
Tale obiettivo, stante la Pianificazione Generale in corso, sarebbe stato facilmente
raggiungibile attraverso la proposta -oggi- di uno specifico Regolamento edilizio, che fissasse criteri
di premialità rivolti a chi volesse demolire i propri fabbricati fatiscenti e per poi ricostruirli in zone
omogenee allo scopo individuate con criteri di autosufficienza energetica e di bioedilizia.
Sarebbe bastato che l'Amministrazione avesse preso spunto da chi in Italia è stato più
virtuoso ed ha deciso di caratterizzare il proprio territorio attivando una bonifica selettiva del
patrimonio edilizio e incentivando la qualità dell'abitare, come, ad esempio, la Regione Lazio o la
Regione Veneto.
Un'analisi precisa della Legge ed uno studio approfondito avrebbero consentito ad un
Amministratore “attento” di introdurre le opportune e necessarie modifiche al Regolamento edilizio.
Ma questo per l'Amministrazione sarebbe stato troppo in soli 240 giorni: pensare di creare
delle zone di diradamento edilizio all'interno dei nuclei abitativi più “vecchi” delle nostre Frazioni,
garantendo aree per la viabilità, per il parcheggio o per la socializzazione, incrementando le
possibili vie di fuga in caso di calamità naturali, sarebbe stata una fantasia.
Sarebbe stato troppo per questa Amministrazione prevedere l'opportunità di acquisire
gratuitamente al patrimonio comunale le aree di sedime dei fabbricati da demolire, dando la
possibilità ai proprietari di costruire altrove, in zone omogenee allo scopo individuate, con premi di
superficie e di cubatura dati in funzione delle caratteristiche dell'edificio che sarebbero andati a
ricostruire.
Questo tipo di scelte un'Amministrazione le può operare solo se ha in mente un disegno
chiaro ed organico del territorio che amministra e ciò non traspare certamente dalle scelte operate in
questa proposta di deliberazione, come è evincibile dall'esame dei punti della proposta di
deliberazione che di seguito si elencano:
- 4) “Di non consentire deroghe rispetto alle disposizioni dei piani e regolamenti
vigenti in materia di altezza degli edifici, tranne nei casi di ampliamento (art.4 della L.R. 16/09) in
cui non siano possibili altre soluzioni tecniche e comunque nel rispetto di quanto previsto dall'art.5
della L.R. 16/09;”
- 5) “Di stabilire che gli interventi di integrale demolizione e ricostruzione di cui al
comma 2 dell'art.6 della L.R. 16/09 siano consentiti ai sensi del comma 6 dello stesso articolo nelle
aree individuate dal P.R.G. Vigente: Aree edificate di ristrutturazione (art.46 N.T.A.) e Aree da
edificare di completamento (art.47 e 47 bis N.T.A.)”.
I punti proposti paradossalmente vanno contro le previsioni dell'art.12 della L.R. 16/2009
che così recita “... i Comuni possono decidere di avvalersi delle norme di cui alla presente legge o
di escludere l'applicabilità delle norme di cui agli articoli 4 e 6 in relazione a specifici immobili o
zone del proprio territorio, sulla base di specifiche valutazioni o ragioni di carattere urbanistico,
edilizio, paesaggistico o ambientale, nonché stabilire limiti differenziati alle possibilità di
ampliamento accordate da detti articoli, in relazione alle caratteristiche proprie delle singole zone
e del loro grado di saturazione edilizia ...”.
Le zone omogenee in cui l'Amministrazione intende consentire una eventuale ricostruzione
dei volumi demoliti in altre parti del territorio, -senza peraltro prevedere in alcun modo la cessione
gratuita al Comune delle aree di sedime-, è data proprio dove maggiore è la saturazione edilizia
(zone di ristrutturazione e zone di completamento), ovvero in quelle zone classificate “B” dal D.M.
1444/68 e che per il nostro territorio il P.R.G. Vigente individua in tutti gli aggregati urbani delle
Frazioni.
Altro assurdo è prevedere che, nel caso motivi tecnici non consentano di fare altrimenti,
colui il quale vuole usufruire del Piano casa può superare i limiti di altezza fissati dal Piano
Regolatore Vigente. Questo significa che anche chi ha una casa alta 8,50 metri in zona di
ristrutturazione (altezza massima consentita dal P.R.G. Vigente), pur trovandosi ad una ridotta
distanza dai confini (3,00 metri) e pur rispettando le indicazioni di cui alla presente ipotesi di
delibera, può ampliare in altezza il suo fabbricato fino al raggiungimento di quanto consentito, non
tenendo in alcun conto il danno arrecato all'ipotetico confinante proprietario di una casetta bassa
che non intende sopraelevare.
Ancora più inaccettabile appare il punto 7) della proposta di deliberazione “Di stabilire che
qualora la Regione Abruzzo apporti modifiche e/o proroghe e/o riapertura dei termini, il Consiglio
Comunale potrà eventualmente disporre il riesame del presente atto”.
Questo significa sottoscrivere che le scelte operate nell'adottare la L.R. 16/2009 sono
approssimative e superficiali e che l'Amministrazione spera in una ulteriore proroga -oltre ai 240
giorni già avuti a disposizione- per poter riesaminare la questione e per cercare di individuare quali
siano gli obiettivi da perseguire per la valorizzazione del territorio.


6 risposte:

Anonimo ha detto...

vai carmè,sei forte,sei grande difendici tu.Tienici sempre informati e combatti noi ti saremo sempre vicini

stefania ha detto...

Complimenti per il blog.Grazie per volerci fornire di uno strumento di informazione generale sulla vita a Pettorano-Interessante la rubrica riguardante la vita amministrativa.Leggo tra questi primi atti dell'ordine del giorno la conferma delle aliquote di alcune tasse :è' possibile la riduzione di esse in questo Comune?
Non sarebbe il caso di prevedere altrimenti il loro reinvestimento a favore delle fasce più deboli della popolazione?

peppe ha detto...

Ottima iniziativa questa del blog. Io suggerirei di allargare le discussioni anche a ragionamenti che seppure generali in qualche maniera possono servire a coinvolgere e ad informare tutte quelle persone che vogliono saperne di più ad es.sull' attuale problematica collegata alla privatizzazione dell'acqua,all'affidamento della gestione dei servizi pubblici a terzi,alle problematiche riguardanti la raccolta dei rifiuti, alle politiche forestali e alla gestione dei boschi,alle modalità di assunzione, alle misure tendenti alla permanenza dei servizi pubblici ecc...

Anonimo ha detto...

desidero sapere come è formato il nuovo consiglio comunale.

Anonimo ha detto...

perchè al cimitero in abbandono non vengono tolti i crisantemi secchi dei giorni dei morti e le ciotole rotte dal freddo e dal tempo e invece si tagliano o si capitozzano i quasi secolari cipressi per fare posto a bruttine cappelle:è questa la civiltà degli amministratori e il rispetto per i nostri Defunti:qualcuno nel passato aveva detto che il livello di civiltà di un popolo si misura con il decoro e il livello di dignità dei cimiteri; evidentemente a Pettorano questi valori sono derelitti e valgono ipocritamente solo il 1 e il 2 novembre.

carmelo pantè ha detto...

Per anonimo:
"desidero sapere come è formato il nuovo consiglio comunale."

Basta andare su questo link:
http://www.comune.pettorano.aq.it/comune/consiglio_comunale.html